Il pedigree è il certificato di iscrizione al Libro Genealogico. 
In Italia viene emesso dall’ENCI (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) e solo dall’ENCI. 

Il pedigree di un soggetto contiene i dati identificativi di quel determinato soggetto: razza, genitori, nonni, bisnonni, trisnonni (da cui si può ricavare e studiare una genealogia anche più estesa e sempre più estesa), allevamento (cioè proprietario della fattrice al momento della nascita), proprietà e passaggi, titoli, campionati, lastrature, ecc….

Certo “perfettibile”, nel senso che potrebbe essere ampliato con altri dati (es. prove attitudinali, di selezione, prove di lavoro, ecc…). Comunque già così è una grandissima fonte di informazioni, è una carta di identità ed è una garanzia.

Il pedigree costa poco come documento in sè, pochi euro all’ENCI. Dunque ha senso che qualcuno venda un cucciolo con pedigree ad un costo maggiorato o grandemente maggiorato, in virtù di questo documento, rispetto allo stesso cucciolo senza?  

Un cane senza pedigree non può essere considerato di razza, non ci sono garanzie che lo sia. Conseguentemente il pedigree è parte integrante del costo del cucciolo di razza. 

Il fatto che il “fenotipo” (ciò che sta fuori) sia simile a quello di una determinata razza, non significa assolutamente che lo sia anche il “genotipo” (ciò che sta dentro).  Ho visto meticci assolutamente identici a border, a pastori tedeschi e….. incredibilmente…persino ad hovawart!
Soprattutto da cuccioli. 

Quello che c’è dentro, anche se ora non si vede, prima o poi salterà fuori. Vale la pena ricordare che una parte fondamentale della selezione si esplica proprio su “ciò che non si vede”: non si opera solamente sulla morfologia (o forse sarebbe più corretto dire morfo-funzionalità), ma anche e soprattutto sulla salute e sul carattere.
Si potrebbe continuare dicendo che il non sapere cosa c’è dentro (a livello di razze e di caratteri) ad un soggetto meticcio è una delle ragioni che conduce al fallimento di adozioni pure intraprese con le migliori intenzioni.

Il pedigree serve per allevare, senza si possono produrre (e non uso questo termine a caso) solamente meticci e per di più senza coscienza di ciò che si sta facendo: conseguentemente nessun allevatore e nemmeno nessun privato serio e consapevole, volendo fare una cucciolata, “utilizzerebbe” un cane senza pedigree.
Purtroppo non è vero il contrario: cioè non basta il pedigree per allevare e selezionare in modo adeguato.

Senza pedigree non si possono fare esposizioni e neanche prove di lavoro. Questo in teoria e secondo me è anche accettabile per un privato, che non abbia intenzione di sottoporre il proprio soggetto a verifiche morfologiche, zootecniche e caratteriali (perchè questo sono le expo, le prove di selezione e le prove di lavoro). Ho diverse persone tra i miei clienti che non sono interessate e che non hanno neanche intenzione di accedere alla riproduzione. Il loro è un amatissimo cane da guardia e da famiglia. Però lo sono state quando hanno comprato il cane e lo hanno voluto di questa determinata razza, per il suo aspetto e per il suo carattere. In quel momento si sono rivolte ad un allevatore che è tenuto ad effettuare sempre delle verifiche sul proprio lavoro. 

NOTE:

* Due cani che hanno il pedigree, ma sono di razze diverse, non producono cuccioli con pedigree, ma producono dei meticci.

* Non è assolutamente vero che le razze si siano formate a casaccio.

* “La stragrande maggioranza dei cani abbandonati o ceduti al canile nel tempo (anche quando adottati da cuccioli) sono meticci, di età compresa tra i 5 mesi e i 3 anni, prevalentemente maschi, sessualmente interi, ottenuti a poco o a nessun costo da un canile, da un amico, da un parente, ecc…. . Tra essi spiccano i meticci di cani da guardia e da difesa.” (M. Polci, 2012. Studio Università di Camerino, Fac. Medicina Veterinaria, “Valutazione dei cani ospitati in canile e definizione di un indice di adottabilità”.) Questo fa riflettere.

* Se non si ha la necessità lavorativa, la necessità sportiva, il desiderio o purtroppo la possibilità di avere un cane di razza, invece di denigrarlo e/o prendere un simil razza, è meglio adottare un meticcio. In questo caso a volte è bene farsi aiutare, dato che non sappiamo per certo “cosa c’è dentro” (quindi le attitudini di base, i tratti fondamentali del carattere) e pure il vissuto esperienziale. 

Potrebbe sembrare che io voglia valorizzare solo il cane di razza. Ciò non è vero, nel modo più assoluto. Ho avuto sempre anche meticci, dal mio primo mix di pastore tedesco quando avevo una decina d’anni, e non è che abbia voluto loro meno bene o li abbia curati meno o non so che altro. Solamente ho avuto l’attenzione, e i miei genitori prima di me, di non farli mai procreare (perchè questa è una scelta, non un caso fortuito). 

Quello che, invece, è fastidioso è il misconoscimento del valore della razza, che non viene da pasticci vari, ma da uno studio, una ricerca, una selezione, una cura e non da ultimo una storia ben precisa. Una razza risponde ad una esigenza umana che nel tempo e con il lavoro di selezione si è concretizzata in un soggetto di un tipo ben preciso che riunisce in sè caratteristiche funzionali e morfo caratteriali ben precise, da valorizzare e tutelare.